martedì 19 febbraio 2013

Il Solarium, studio delle forme.

Le forme curve del solarium di Villa Savoye sono estruse da una pianta del tutto singolare, la difficoltà nel comprendere il lavoro di progettazione di "Le Corbusier", e quindi la costruzione delle origini di queste curve libere, ci porta a guardare la pianta in una dimensione di studio più geometrica che architettonica

Scomponendo le forme, infatti inquadriamo da subito i singoli archi di cerchio e le singole linee che compongono il disegno del solarium, e solo da là, aggregando i punti notevoli della struttura muraria e dei pilastri, è possibile generare un metodo di geometrizzazione, senza alcuna pretesa, il più possibile vicino allo schema mentale di "Le Corbusier".


Arrivati a dover proiettare così i punti principali delle curve e  le relative tangenti, che utilizziamo nel disegno per tracciare le curve della prospettiva sul foglio, scopriamo due percorsi da seguire:

1-un percorso "Ad muzzum" in cui si tracciano i punti in base a nessun riferimento con il resto della struttura. 

2-un percorso più preciso in cui si tiene conto dei pilastri e si cerca di semplificare la proiezione delle tangenti sovrapponendole la dove risulterà possibile.

Utilizzando il secondo metodo sicuramente più tecnico rispetto al primo si nota subito come le 2 curve principali a Nord-Ovest e a Nord-Est della pianta sono archi di 2 cerchi(cerchio rosso e cerchio verde) che hanno un punto d'intersezione comune, guarda caso proprio il punto che faremo attraversare da una sola tangente(linea blu), comune a tutti e due i cerchi e perpendicolare all'unico diametro(linea gialla) che interseca tutti e due i loro centri.


E' da notare come utilizzando questa costruzione, si rilevi la grandezza di uno dei due cerchi, quello rosso, che ha per centro un pilastro della struttura principale e si estende sulla maglia dei pilastri come ad intersecarne altri 4 uno per ogni quarto di cerchio.



"Le Corbusier", durante la fase di progettazione ha pensato a più di una possibile conformazione del solarium, come del resto dell'abitazione, ne abbiamo testimonianza anche dalle diverse piante proposte al committente, tra tutti i casi, questa, che rimane la pianta più fedele all'opera compiuta, sarà scelta per la sua semplicità ed economia nella realizzazione.




sabato 9 febbraio 2013

Contatti

Ho pubblicato sul mio profilo di Google+ moltissime delle foto fatte quando sono andato a visitare villa Savoye a Poissy.

Credo siano utili ai più curiosi per capire i movimenti del corpo scala, della grondaia, dei pilastri lenticolari, della veletta e delle rampe in dettaglio.

Per guardare l'album delle foto nel mio profilo cliccate qui

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Prospettiva accidentale formato 1:50

L'utilizzo di un software CAD per lo studio della prospettiva è un ottimo allenamento prima dell'esecuzione della prospettiva con riga e squadra, grazie ad una prova della prospettiva sul piano di lavoro cad è possibile restringere notevolmente il numero di errori e individuare la quantità di linee inutili da tracciare perchè intersezione di punti già ottenuti o perchè nascoste rispetto alla prospettiva visibile.



Il lavoro di costruzione dietro la prospettiva in scala 1:50 vede la composizione di ben 78 layer: eccone la lista in un breve video.








Progettazione prospettiva

Prima di iniziare la prospettiva di Villa Savoye innanzitutto bisogna inquadrare in pianta qual'è la migliore distanza dell'osservatore dal piano di disegno e quindi anche la giusta ampiezza del cono visivo: ecco qualche schizzo fatto all'inizio per lo studio della prospettiva:





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Viaggio a Poissy


Come tipico dei sobborghi della capitale francese, lunghe vie di case unifamiliari occupano le aree residenziali principali, che vediamo scorrere davanti al finestrino appannato della RER. Poissy dista circa mezz'ora di treno veloce da Parigi: ci hanno detto bene e arriviamo in orario; 




La vecchia stazione dei treni ci accoglie con qualche lavoro in corso: vediamo degli operai in forze che stendono strati di isolante liquido sopra di un massetto di cemento, al di sotto del manto stradale. 


Disinteressati dal resto, io aspirante ingegnere, lui appena architetto, seguiamo due giapponesine con blocchi da disegno e album e scopriamo attaccando bottone che il numero del nostro autobus è il 50 direzione "la Coudrai".

Villa Savoye invece, come tutti sanno dopo aver imparato a leggere il francese, è al numero 82 di Rue de Villers; In poco meno di 5 minuti, arriviamo a destinazione con un simpatico sconto dell'autista del bus, che perdona la nostra ignoranza, o più che altro non ci vuole spiegare che l'abbonamento per i bus di Parigi non è valido a Poissy.





La natura affiora al di là del muro, che ci aspetta immobile alla fermata dell'autobus da cui scendiamo in circa 15 persone, tra cui io e Fabrizio; Almeno 5 cartelli indicano il cancello d'ingresso di Villa Savoye, che ruota sopra le cerniere e apre l'accesso a noi visitatori mattinieri per le 8:00. 

Come studi atavici dimostreranno: la zona giorno (soggiorno, cucina, camere da letto e bagni) si troverà al primo piano, mentre il piano terra, notiamo subito, è occupato dalla hall e dagli uffici per gli impiegati del museo, oltreché da un garage a cui noi non avremo accesso. Il tetto è anche un Solarium che ospita piccole zone verdi, che noi ora vedremo per forza di cose ricoperte di neve: i 5 punti dell'architettura infatti non potranno impedire l'attacco degli agenti atmosferici, diciamo tra noi. 
Molti volantini in diverse lingue ricoprono la scrivania all'ingresso, mentre una grande sorpresa ci sorride, quando scopriamo che noi piccoli uomini al di sotto dei 26 anni non paghiamo.


Camminando riaffiorano gli studi e ricordiamo che il piano terra è stato in gran parte determinato dallo studio del movimento di una macchina dell'epoca che entrava nell'edificio. Questo movimento determina anche la struttura, basata su una griglia ortogonale di pilastri in cemento, posti 4,75 metri l'uno dall'altro. La casa è stata abitata dai proprietari per un breve periodo di tempo. L'edificio fu completato nel 1929, ma dopo l'invasione tedesca della Francia, nel 1940, fu abbandonato. Nel 1963, la Villa Savoye è stata dichiarata "patrimonio architettonico" dal governo francese, che la restaurò a sue spese e ho fatto anche la rima. Oggi è un "museo", dedicato alla vita e alle opere di Le Corbusier e riceve migliaia di visite ogni anno, per lo più di architetti, ingegneri e di studenti.



Una delle giapponesine, entrate prima di noi, si siede in cucina e inizia a disegnare, noi invece sezioniamo mentalmente, rileviamo sistematicamente e immortaliamo fotograficamente, ogni spiraglio, buco, angolo, spigolo e granello di polvere intorno a qualsiasi stanza. Dopo circa due ore di rilievo sul campo, iniziamo a sfondare le barriere che ci impediscono l'accesso ad alcune zone ghiacciate, bloccate per pericolo di scivolamento e trionfiamo nella nostra piccola manomissione al sistema di sicurezza; manomissione scoperta solo da una coccinella che ci osserva arrossando.




Dopo circa quattro ore, iniziamo a fingere di essere studenti universitari francesi, mischiandoci ad altri ragazzi che seguono la lezione di un professore dai capelli grigi che indica delle zone del soggiorno da immortalare su qualche album da disegno grande; che però noi non abbiamo e allora ci dileguiamo per mettere radici in cucina dove troviamo negli infissi, dei nuovi amici da impressionare in dettaglio sul Moleskine.


Arrivato il pomeriggio, dopo essere diventati un tutt'uno con la zona delle rampe, circondati da diversi triangoli di ombre, ci svegliamo da una sorta di trance e migriamo di nuovo nella dimensione reale da cui proveniamo normalmente: la signora dell'ingresso ci ricorda infatti che presto chiuderà il museo.

Quando andiamo via, già cerchiamo di capire quando torneremo e nel mentre: inizia a nevicare.